Antonio Rastelli, con la moglie Graziella, lascia la campagna e nei primi anni del dopoguerra, quando il Paese con la ricostruzione materiale, riprende fiducia in sé stesso, apre una bottega di salumiere nella centralissima strada repubblica, a fianco della chiesa di Sant’Antonio, all’angolo con via Saffi.
Ai figli Bruno, Giorgio e Pina, che aiutano nell’attività, si affianca ben presto anche la nuora Lucia, instancabile e sempre disponibile.
La bottega si trasforma con l’evoluzione della città e con la crescita economica: da negozio di vicinato con i prodotti alimentari ancora sfusi, alla comparsa del packaging, alla specializzazione e alla scelta della qualità totale per contrastare l’avanzata delle grandi superfici.
La fama del “Prosciutto di Rastelli” si fa largo tra i buongustai della città e anche fra i visitatori e i turisti, che trovano in quel negozio saturo di aromi un sicuro punto di riferimento per la gastronomia parmigiana.